Un giorno ti chiama il Museo Poldi Pezzoli di Milano. E già questo è bello.
Ti dice che riunisce le quattro Dame del Pollaiolo in una mostra, e tu non vedi l’ora di vederle, le bellissime, tutte insieme.
Ti dice che riunisce le quattro Dame del Pollaiolo in una mostra, e tu non vedi l’ora di vederle, le bellissime, tutte insieme.
Hanno pensato a cinque fotografi, che reinterpretino le dame di Milano oggi. Tutte quelle che lo desiderano.
I nomi dei cinque fotografi sono: Giovanni Gastel, Maria Mulas, Massimo Zingardi e Maki Galimberti; la quinta saresti tu.
A quel punto, se sei me, ma penso anche voi, ti prende un sentimento misto di riconoscenza e timidezza: io sono piuttosto piccola accanto a questi grandi. Per non parlare del Pollaiolo stesso.
Sabato 17 e domenica 18 mi sono messa in Piazza Gae Aulenti – perché sarebbe stato bello fotografare lei – con un set. Era un set semplice: uno sfondo simile a quello del Pollaiolo, a cui però facesse da contorno la modernità della piazza. C’era una luce artificiale, che potesse però giocare con quella naturale, che cambiasse con il cambiare delle nuvole, lo spostarsi del sole.
Perché le donne stanno nel mondo, con i passanti sullo sfondo (anche quelli che vendono l’asta per farsi i selfie), con la luce che fa i capricci, il vento che le spettina.
Queste sono le mie preferite. Ad alcune voglio molto bene, altre non le avevo mai viste. Ci sono una responsabile dell’ ufficio diritti di una grande casa editrice, una scrittrice, una specialista di marketing, due avvocati, una dentista, un’antropologa, una stilista, una si occupa di pubbliche relazioni, un’ altra di patologie neurologiche, c’è un photo editor, una studentessa, una giornalista e poi chissà.
E’ stato bello fotografarvi #ComeLaDama, ma ancora più bello fotografarvi e basta, così come siete. E per questo vi ringrazio.
Anche noi Pollaiole?br /Venite a parlarne domani
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